Proseguiamo il nostro giro alla scoperta delle aziende che stanno coltivando l’erìsimo.
Non andiamo lontano: infatti ci spostiamo di pochi km dalla Fondazione Minoprio per entrare nel mondo della Floricoltura Pironi, azienda agricola vivaistica che coltiva piante da orto e da fiore a pochi passi dalla Fondazione Minoprio, Vertemate con Minoprio (CO).
Oggi abbiamo incontrato il titolare di questa importante realtà vivaistica, Andrea Pironi.
Buongiorno Andrea, qual è la storia della tua azienda?
L’azienda Floricoltura Pironi nasce come piccola realtà familiare tra il 1975 e il 1976, in pratica un secondo lavoro per i miei genitori. All’inizio la produzione riguardava solo piante da orto, coltivate per fornire garden center e rivenditori che si rivolgono agli hobbisti appassionati di orto. Dai primi anni 90 abbiamo iniziato a partecipare all’attività aziendale anche io e mia sorella. E’ da questo momento che la coltivazione è stata estesa anche altre piante, non più solo piante da orto ma anche viole, primule, crisantemi.
L’azienda cresce e il lavoro comincia ad impegnarci per tutto l’arco dell’anno.
Nel 1999 decidiamo di costruire una nuova azienda, con strutture e impianti moderni. Così, nel giro di otto anni, nasce e si amplia la struttura attuale. Anche la proprietà cambia, passando dall’azienda dei miei genitori (Azienda agricola Vaghi Maria Grazia) all’attuale di proprietà di mia e di mia sorella Raffaella.
In ordine di importanza oggi coltiviamo: piante da orto per il mercato hobbistico con circa 700 articoli diversi, piante da orto per orticoltori professionali, piante da fiore tra cui viole, ciclamini, annuali primaverili e tanto altro ancora.
Inoltre, siamo proprietari del marchio Miniviola Ricadente, e realizziamo ogni anno un importante numero di “mostre delle viole” presso i nostri migliori clienti, abbiamo infatti un assortimento di 172 colori diversi in produzione autunnale.
Nel 2017 abbiamo ottenuto la certificazione come azienda agricola biologica, e una parte dell’azienda viene gestita esclusivamente per la produzione biologica certificata esclusivamente di piante da orto.
Per il 2018 prevediamo di coltivare tra i 5 e i 6 milioni di piante.
Quali sono le vostre principali produzioni?
Le colture più importanti per noi sono da sempre le piante da orto, definizione che raggruppa un enorme numero di specie e di varietà, che vanno dal pomodoro al basilico, fino allo zucchino. Senza dimenticare le varietà rare o inconsuete come l’agretto, l’okra e la patata blu.
In ordine di importanza le viole sono la seconda produzione principale, e poi a seguire tutto il resto.
Come sei venuto a conoscenza del progetto «Erìsimo a Milano»?
Non conoscevo l’erìsimo, e soprattutto non conoscevo le sue proprietà “nobili”. Sono venuto a conoscenza di questa pianta tramite un cliente con il quale collaboriamo da diversi anni: Ingegnoli Fratelli di Milano, uno dei sostenitori del progetto.
A chi destinerete la vostra produzione?
In accordo con gli obiettivi del progetto, le piantine saranno destinate ai ristoranti, agli chef e alle scuole alberghiere che lavorano nell’ambito “gastronomico” per produrre ricette originali. Inoltre le piantine saranno presentate ad Orticola il 12 e 13 Maggio dove i visitatori le potranno comprare per la prima volta.
Quali sono le tue aspettative per questo progetto?
Sicuramente tra le motivazioni che mi hanno spinto ad aderire a questo progetto, oltre al piacere di rispondere alla richiesta di un cliente importante e stimato, anche la convinzione che da questo esperimento si possa trarre uno sviluppo culturale ed anche economico interessante.
Penso infatti che la filiera corta, unita alla consapevolezza delle ricchezze del territorio, possano solo generare ottimi spunti per uno sviluppo culturale, economico e sociale interessante.
La valenza agricola dei nostri territori è spesso dimenticata e o perlomeno non abbastanza considerata. Invece ci sono nicchie e specificità che meritano grande attenzione e potenzialmente possono offrire ottime opportunità di sviluppo.
Ritengo che il progetto Erìsimo a Milano abbia tutte le caratteristiche appena elencate, e possa essere un ottimo stimolo e punto di partenza per progetti ben più ampi e importanti.
Personalmente mi aspetto di vederne uno sviluppo nell’orticoltura locale, quella nota come km 0, magari in versione biologica.
Articolo a cura di Marta Guarise