Il “custode dell’erisimo” al quartiere Ortica

Non finisce di stupirci la scoperta delle realtà “verdi” che popolano il territorio del Municipio 3 di Milano, sul quale è nato il progetto “Erìsimo”.

Durante un incontro con i colleghi dell’Orto Botanico Città Studi ci è stato segnalato che proprio a due passi dalla Facoltà di Scienze Agrarie e Alimentari, sotto il Cavalcavia Buccari, c’è un grande vivaio e che lì si trova un appassionato agricoltore che non solo conosce benissimo l’erìsimo, ma da anni, in totale autonomia e solo per passione, conserva e riproduce i semi di questa pianta quasi scomparsa.

Siamo andati quindi a conoscere Antonio Martini, del “Punto Verde” di Milano in Via Cavriana, un vero e proprio “angelo custode” dell’erisimo.

Buongiorno Antonio, da quanti anni esiste la tua azienda?

Possiamo dire che siamo qui da generazioni! L’azienda agricola “Fratelli Martini” nasce con mio nonno Beniamino e i suoi fratelli, che facevano gli ortolani coltivando questo territorio. L’azienda ha avuto un regolare contratto dal 1927, ma ancora prima i nonni e i bisnonni coltivavano – senza contratto- alla Cascina Trecca (nella zona dell’attuale Ortomercato) , e prima ancora alla Cascina Pilastrello, che si trovava dietro la quattrocentesca chiesa di San Pietro in Gessate, vicino all’attuale Tribunale di Milano. Siamo parlando di un secolo fa, Milano era ancora aperta campagna e l’agricoltura un’attività davvero importante per la città.

Dopo il nonno l’azienda è passata a mio padre Domenico e ai suoi fratelli, che hanno continuato la tradizione di famiglia; e successivamente siamo subentrati io (Antonio) e mio fratello Beniamino. Tre generazioni di fratelli sempre alle redini di questa attività.

Qual è la situazione attuale dell’azienda?

Attualmente  siamo estesi su 7000 mq; sembrano tanti, ma in realtà sono pochi per tutte le attività che vorremmo fare e avremmo bisogno di espanderci.  Ma è molto difficile: gli agricoltori oggi lottano con grande fatica per l’uso del territorio che deve fare i conti con la costruzione di nuova viabilità e servizi, e spesso soccombono alle esigenze di una metropoli sempre in cerca di spazio. Coltiviamo ancora ortaggi e piante ma nel tempo abbiamo sviluppato la parte florovivaistica che ora è prevalente.

Facciamo parte di un Consorzio, l’Associazione Distretto Agricolo di Milano (DAM) che comprende 35 aziende agricole di tutta l’area milanese; cerchiamo di unire le nostre forze per rapportarci con le istituzioni del territorio, a cominciare dal Comune di Milano, e fare in modo che le esigenze dell’agricoltura e degli agricoltori siano tenute nella giusta considerazione nelle politiche di sviluppo del territorio.

Inoltre al Punto Verde cerco di creare degli eventi e coinvolgere soprattutto i bambini nelle nostre attività; a Settembre ci sarà un “open day” e un evento dedicato al miele e alle api, che sono un’altra mia grande passione.

Ti senti più agricoltore o imprenditore?

Tengo ancora moltissimo alla mia identità di agricoltore. Mi piace partire “dal nulla”: scegliere le sementi, piantarle, riprodurre le piante tramite innesti e talee. E’ il mio hobby a cui non ho mai rinunciato, anche se mia figlia mi prende in giro per le mie “collezioni” di semi strani che spesso non hanno alcun valore commerciale.

[ Antonio mi fa vedere un bidone di plastica dove conserva moltissime bustine di carta, su cui scrive a mano il nome dei semi che raccoglie in giro per le campagne. Tra questi, una bustina di semi di Sisymbrium officinale (erìsimo).]

Quindi tu conosci l’erìsimo?

Certo! Lo conosco e so bene dove cresce spontaneamente in questa zona.

Da piccolo mia zia mi mandava a raccoglierlo quando era in fiore  e lo cucinava . Ricordo bene il suo sapore particolare, tipico delle  brassicacee, vagamente simile a quello delle cime di rapa.

Per tutti questi anni ho sempre conservato i semi, raccogliendone un po’ ogni anno per poterli riprodurre. Ho anche alcuni altri semi di erìsimo  “bianco” e di altre varietà meno conosciute. Anni fa vendevo anche le piantine ma pareva che non interessassero a nessuno, così ho smesso.  Sinceramente non ricordavo che avesse tutta questa importanza per la voce, ma ora sono ben contento di poter ricominciare a coltivarlo nel vivaio.

Quindi oggi da voi  si può trovare l’erìsimo?

Certamente, ho messo in vaso diverse piantine e altre sono in crescita per arrivare alla fioritura, raccogliere i semi  e poter continuare nei prossimi anni.

***

Lasciamo Antonio Martini con la piacevole sensazione che si ha quando si incontrano persone così profondamente attaccate al proprio territorio e al proprio lavoro inteso non solo come attività commerciale ma anche come cultura e impegno personali.

Un grazie per la sua opera di “custode dell’erisimo” e di molte altre varietà magari un po’ dimenticate o fuori moda che meritano di essere riscoperte e valorizzate.

Amanti del verde e cuochi curiosi di sperimentare con l’erisimo , se non avete voglia di girare per la città e cercarvelo da soli ora sapete che lo potete trovare anche qui.


Articolo a cura di Angela Bassoli

 

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