Intervista a Nicola Cioce, insegnante di canto ed attore

Nicola Cioce

 La voce racconta tanto di noi. Siamo capaci di passare ore davanti allo specchio a curarci il look e poi non ci accorgiamo di quanti messaggi lanciamo solo col suono della nostra voce.

1) Fai  molte cose: attore, musicista, speaker. Tu in primis cosa ti senti di essere? Dove ti senti più a tuo agio? 

Fino a qualche tempo fa ti avrei di sicuro risposto che mi sento in primo luogo un cantante. In realtà, da quando in maniera del tutto inaspettata il teatro è rientrato a far parte della mia vita io mi sento più completo. Tanto che ho messo insieme le due cose nel concerto/spettacolo “Le lettere mai spedite” dove leggo, recito e canto parole scritte da me. Aggiungo poi che da quando ho smesso di cercare di definirmi, o almeno ci provo, le cose vanno decisamente meglio. 

2) La voce è importante per tutte e tre le categorie, l’uso però nell’ambito teatrale, musicale o dello speakeraggio può essere diverso e se si come?

La voce è importantissima in questi ambiti e, a mio parere, pure in tutti gli altri ambiti della vita. La voce racconta tanto di noi. Siamo capaci di passare ore davanti allo specchio a curarci il look e poi non ci accorgiamo di quanti messaggi lanciamo solo col suono della nostra voce. Pensa a chi lavora tutto il giorno al telefono per esempio, ma non solo. Ma la domanda era un’altra. Sì il modo di usare la voce quando si recita, si canta o si deve registrare uno spot può essere molto diverso, tecnicamente parlando. Però quello che interessa a me e che cerco di insegnare a miei allievi di canto è come fare a essere sempre il più possibile autentici e comunicativi. Non è sempre facile.

3) Se dovessi essere costretto a scegliere tra: attore, musicista e speaker cosa sceglieresti?

Allo speakeraggio posso rinunciare senza problemi, come in parte sto già facendo. Suonare e cantare e aggiungerei scrivere, recitare e danzare ormai sono una cosa sola per me. Non saprei cosa scegliere quindi mi avvalgo della facoltà di non rispondere.

 4) Hai fatto i studi per imparare come usare la voce?

Ho sempre cantato fin da bambino ma certo: ho studiato diversi metodi di canto, ho frequentato una scuola di teatro molti anni fa e poi ho sperimentato tanto da solo sia per “trovare” la mia voce sia per insegnare agli altri quello che avevo imparato.

5) Quando ti sei accorto che la voce sarebbe il tuo principale strumento nella professione? 

Come ti dicevo canto da sempre e da quando avevo 18 anni ho sempre suonato e cantato in qualche progetto musicale. Però la “svolta” è stata una dozzina di anni fa quando decisi di lasciare il lavoro che avevo (ero art director di un bellissimo magazine) per dedicarmi interamente alle mie canzoni. Da lì in poi la voce sarebbe diventata uno degli strumenti principali delle miei professioni.

 6) Cosa dicono gli altri della tua voce? 

Eh già… chiedilo agli altri no? Scherzi a parte, mi imbarazza non poco rispondere a questa domanda.

Diciamo che le soddisfazioni non sono mancate. Ti racconto la prima e l’ultima. Quando avevo sei anni la mia amica Laura (siamo tuttora amici) mi chiese di cantargli un pezzo di Alan Sorrenti. E fu così che rimediai il primo bacino.

Mentre qualche giorno fa, una ragazza conosciuta da pochissimo, dopo avermi raccontato di aver litigato con suo marito se ne torna a casa ascoltandosi in cuffia “Un solo giorno”, la canzone che amo di più tra le mie. Insomma, poi mi scrive che una volta arrivata la ascolta di nuovo insieme a suo marito e fanno la pace. Queste cose mi danno la forza di andare avanti.

 7) Cosa usi per proteggere la voce? Conosci la pianta Erìsimo? 

Cerco innanzitutto di non pensarci troppo. Credo che l’ansia di perdere la voce faccia più danni dei virus influenzali.

Comunque sì, conosco l’erisimo e le sue proprietà e quando sento qualche pizzicorino strano qualche tisana me la faccio volentieri.

8) Su cosa stai lavorando in questo momento?

E’ appena stata pubblicata on line la serie web “La strategia dell’acqua” prodotta dalla RSI dove vesto i panni di un personaggio piuttosto particolare. Continuano poi le repliche dello spettacolo l’Odissea del Teatro PAN di Lugano (siamo a più di sessanta!) e tra poco inizieranno le prove di un musical colossale che sarà messo in scena a giugno sempre in Canton Ticino. Mentre continuo a insegnare canto in diverse scuole, sto lavorando a nuove canzoni che dovrei registrare a breve e mi sto dedicando anima e corpo allo spettacolo di cui ti parlavo sopra “Le lettere mai spedite”. Il sogno è quello di riuscire a portarlo in giro il più possibile. Vorrei proprio girare l’Italia con le mie canzoni e le mie lettere. Il concerto/spettacolo nasce per essere portato ovunque, dal teatro al salotto di casa. Per cui se tu che leggi hai un salotto o un teatro (è più difficile lo so) e vuoi organizzare una serata speciale chiamami!


Intervista a cura di Sanja Lucic

 

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