La mia voce libera

Paola Folli - La mia voce libera

Entro al Conservatorio in questa tarda mattinata estiva per incontrare Paola Folli, docente di canto da quest’anno in forze – insieme a Gabriella Scalise – al neonato Dipartimento di Musica Pop Rock del Conservatorio di Milano.

Subito vengo assalita dall’effetto “flash back” che mi catapulta indietro negli anni, quando insieme a tutti quelli della mia generazione sognavo con le puntate di “Saranno famosi”: i suoni delle voci e dei più diversi strumenti musicali si insinuano sovrapponendosi in modo irregolare in ogni antico corridoio, dietro alle vecchie porte di legno delle aule, fuori dalle finestre aperte per il caldo e su per le scale. Viene voglia di fermarsi ad origliare qua e là per carpire i segreti che stanno dietro a questo faticoso e bellissimo lavoro che è quello di insegnare la musica.

Nell’aula 219 si è già cominciato a provare per la serata del 2 luglio, dove allievi e maestri dei corsi di musica pop e jazz si esibiranno insieme per un omaggio alla grande canzone, dal musical di Broadway ai tempi nostri. Per caso arrivo proprio mentre una delle giovani allieve di Paola Folli sta provando il magnifico pezzo di Ivano Fossati che dà anche il titolo al concerto, “Il suono della voce”.

Seguo per un po’ le prove osservando le discussioni tecniche tra i maestri e le “trattative” pacate tra loro e i giovanissimi musicisti, ognuno dei quali propone, critica e si fa criticare, in un clima molto disteso dove sembra che tutti si divertano. Come insegnante avvezza ai grandi numeri e alle aule sovraffollate di alcune facoltà scientifiche, confesso che un po’ di invidia c’è.

Paola Folli è un nome conosciutissimo nel mondo della musica pop italiana.

Ha collaborato con alcuni dei più grandi artisti pop: Mina, Renato Zero, Vasco Rossi,Biagio Antonacci, Eros Ramazzotti, Fiorello, 883, Gloria Gaynor, Adriano Celentano, Jovanotti, Spagna, Fabio Concato, Andrea Bocelli, Elio e le Storie Tese, Articolo 31, i Pooh e molti altri.

Due Festival di Sanremo alle spalle e una lunghissima carriera non solo come cantante ma anche come doppiatrice, vocal coach in alcuni famosissimi talent come X-Factor e Italia’s got talent, e insegnante di canto in prestigiose scuole di musica, Paola approda come docente al Conservatorio di Milano nel 2017, in occasione dell’apertura del nuovissimo Dipartimento di Musica Pop Rock. Senza complessi di sorta, anche perché Paola è avvezza a collaborazioni prestigiose anche con il mondo dei jazzisti e perfino con quello della musica classica: una sua interpretazione per orchestra e voce dell“Ave Maria” di Gounod registrata in Giappone e  inserita nell’album “The most relaxing feel 2”, vende oltre 1.000.000 di copie sia in Giappone che in altri Paesi asiatici (Corea, Honk Kong, Thailandia).

Paola Folli dichiara  subito apertamente la sua apertura a tutti i generi musicali:  ”Ascolto tutta la musica. La mattina vengo al Conservatorio un’ora prima di iniziare a lavorare solo per poter respirare tutta la musica che gira qui”

AB: “Parliamo un po’ della voce, e del rapporto tra la voce che ognuno di noi sente quando parla, e quella che sentono gli altri”.

PF: “Sì, è un rapporto non sempre facile. La nostra voce “vera” non è quella che sentiamo noi ma quella che sentono gli altri. Io ho imparato a capire come “ascoltarmi” facendo la doppiatrice. Facendo questo gesto (si mette la mano concava dietro all’orecchio, come quando si ascolta attentamente qualcosa, NdR) si riesce meglio a “sentire” la propria voce. A volte, specialmente quando si è giovani, si fatica a riconoscerla e ad  accettarla: ma questo passaggio è una svolta precisa da compiere nella vita di un cantante, il passaggio che segna la transizione da una posizione di pura autocritica a un’altra, più positiva, di accettazione.

Io la chiamo “la linea Maginot” del cantante: oltre quella linea c’è la libertà ed è solo superandola che si è veramente in grado di esprimersi in modo personale.

AB: Come insegnante, quando entri in classe riesci a individuare al primo ascolto  le tipologie di voce che ti troverai davanti?

PF: Sì, abbastanza. Quando chiedo ai miei allievi di presentarsi  capisco già molte cose da come essi si presentano parlando: non solo il timbro ma anche il tipo di emissione e la “presenza” vocale vengono già delineati abbastanza bene quando una persona parla , cosicchè spesso ascoltandoli parlare riesco già a immaginare come canteranno e anche a capire quali risultati  potrebbero ottenere dal loro strumento vocale. Poi esistono anche delle sorprese: ragazzi che magari parlano a voce bassa, con timidezza, e poi sul palco si trasformano e tirano fuori una voce e una grinta da leoni!

AB: Come è cambiata la voce pop negli ultimi anni?

PF: E’ certamente cambiata molto. Negli anni ‘80 era di moda il “belcantismo”, sulla scia di voci meravigliose come quelle di Whitney Houston, con un’ampiezza di suoni e un volume incredibile che ha ispirato intere generazioni di cantanti. Poi sono arrivate voci meno “potenti” ma molto espressive, come quelle di Norah Jones o di Diana Krall. Oggi se dovessi citare alcuni modelli di voce pop moderna a cui ispirarsi citerei Jessie J, Emeli Sandé e una su tutte: Sara Bareilles, cantante, musicista e autrice di musical. Un’artista di grandissimo livello, la cui voce non ha bisogno di essere “sparata” ad alto volume per arrivare comunque a note altissime e di grande eleganza: senz’altro un’artista che consiglio di ascoltare.

Al di là della tecnica, quello che conta resta sempre il timbro, il suono di ogni singola voce e la sua originalità. E’ questo che rende “riconoscibile” una voce, non il fatto di avere una maggiore estensione, o precisione, e neppure il fatto di fare un’esecuzione “perfetta”.  Anche perché la perfezione non esiste; come dice Rocco Tanica (Elio e le Storie tese, NdR), nel brano “Il Circo discutibile”: “La perfezione è un falso e rende pazzi”

AB: Quali sono le cose che un ascoltatore non dovrebbe mai dire ad un cantante?

Paola ride: “In effetti è meglio non dire “la tua voce è bellissima, è uguale a quella di …(cantante a caso)”; in genere non fa molto piacere! Ma ce ne sono parecchie altre, e le ho raccolte in un divertente post che potete trovare sulla mia pagina Facebook.”

La nostra simpatica conversazione viene interrotta perché Paola deve tornare alle prove. Resto in aula abusivamente  ancora qualche minuto e mi godo in anteprima una spettacolare versione di un pezzo di Stevie Wonder , “The secret life of plants”  che Paola regalerà al pubblico nella serata di lunedì sera. Insieme a lei , ecco la lista delle sue allieve e dei pezzi che canteranno:

Alessandra Chiesura – Il suono della voce

Valentina Gnesutta – Romance in the Dark

Viviana Colombo – Gravity

Insegnanti competenti e appassionati, allievi studiosi e motivatissimi: credo che non si possa chiedere di meglio ad una istituzione che si occupa di formazione.  Davvero un concerto da non perdere per tutti gli appassionati di musica, a Milano e non solo.  Se c’è dell’erisimo nei dintorni, lunedì sera si cullerà felice nell’aria.

L’appuntamento è Lunedì 2 Luglio alle 21.30 al Conservatorio.

Vai al programma completo


Articolo a cura di Angela Bassoli

 

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