Ai tuoi bambini canta una “M”

Debora Quattrini

M come Maggio, M come Mamma. Ce ne parla Debora Quattrini, cantante, insegnante di canto e specializzata in studi sull’efficacia del canto in gravidanza sul benessere di mamme e bambini.

Debora Quattrini  nasce a Milano nel 1972; dopo una carriera artistica che la vede protagonista come solista e corista in produzioni musicali e televisive a livello internazionale, nel 1998 diventa insegnante di canto professionale. Dopo la nascita delle sue bimbe nel 2009 inizia un percorso di studi pedagogici finalizzati al benessere e allo sviluppo armonico del bambino. Nel 2011 si trasferisce alle Canarie, in Spagna, dove elabora e sviluppa il corso di “MUSICA SENSORIALE” e “INCANTO PRENATALE”  traendo spunto dai ritmi e dalle calde melodie di un gruppo messicano. Nel 2013 rientra in Italia e diffonde questi  metodi anche attraverso i corsi di formazione per educatori e insegnanti.

Il canto prenatale è una pratica antica, conosciuta e sperimentata in diverse parti nel mondo con modalità e sonorità differenti. Nel secolo scorso, negli anni ‘70 alcuni medici, pionieri del parto naturale come F. Laboyer, Odent, sentirono l’esigenza di portare alla luce alcune tra le pratiche musicali e canore dedicate alla donna in gravidanza come l’antico canto carnatico originario del sud dell’India, diffondendole nel mondo occidentale e sottolineando l’importanza, il valore e i benefici che la musica e il canto  apportano alla madre e al feto, ampiamente documentati anche dal mondo scientifico. La donna in gravidanza  oggi vive in una società dove l’aspetto prevenzione e medicalizzazione sono predominanti, molte associazioni ostetriche sono nate con lo scopo di promuovere una gravidanza compatibile con l’istinto della donna, con la naturale capacità, in assenza ovviamente di patologie, di portare alla luce un bambino. Tra le pratiche antiche consigliate per trovare serenità e benessere durante l’attesa vi è anche il canto prenatale, che aiuta la donna a rilassarsi e a utilizzare la voce come un mezzo di sostegno anche durante il travaglio e il parto.  Il canto prenatale è un percorso esperienziale dove si acuisce la capacità sensoriale e si sperimenta un nuovo modo di percepire, di ascoltare e di interagire attraverso la musica, stabilendo così un contatto profondo e stimolando la relazione tra madre e figlio. Cantare implica l’utilizzo di una respirazione profonda, in armonia con le esigenze del nostro corpo, questo favorisce la rigenerazione cellulare e diminuisce i fattori che causano lo stress agevolando così uno stato di benessere per la madre e il futuro nascituro.

Il canto è una delle forme d’arte più istintive di cui l’essere umano è dotato. Non sono quindi richiesti requisiti speciali o doti musicali; tutte le future mamme ed anche i papà possono partecipare e vivere un’esperienza di comunione attraverso il suono. Anche la voce del papà, con le sue armoniche gravi, interviene nello sviluppo fisico e sensoriale del bebè. E dopo la nascita del bambino l’esperienza continua: duranti i suoi corsi Debora insegna ai genitori a interagire con il proprio piccolo attraverso la musica, il movimento, il gioco e la voce, in modo profondo e armonico, riprendendo le canzoncine e i ritmi imparati durante il percorso prenatale.

AB: Nel leggere la tua esperienza, mi veniva in mente che un tempo (e ancora adesso, in molte culture) il canto accompagna sempre i momenti più importante della vita: la nascita, i matrimoni, i riti religiosi, gli inni nazionali, i canti funerari…Molto  si è perso, ma mi sono ricordata che durante alcuni miei viaggi in Sierra Leone ero stupita e affascinata dalla spontaneità con cui tutti cantavano , senza vergogna e in molte circostanze che per noi sarebbero “strane”. Forse oggi noi associamo il canto alla “performance” pubblica più che alla semplice espressione di uno stato d’animo.

DQ: In effetti è così: i bambini cantano ancora spontaneamente per alleviare il dolore o liberare l’energia, mentre noi non lo facciamo più. Io cerco nel mio insegnamento di recuperare il senso del canto più profondo e naturale.

AB:  secondo la tua esperienza, alle mamme italiane piace cantare? Trovi differenza tra le varie regioni? E quanto pesa la cultura della tradizione locale nel tipo di canto, nella scelta delle filastrocche ? Le giovani mamme le conoscono ancora?

DQ: Ho esperienza diretta di insegnamento soprattutto in Veneto e Lombardia; ma anche in altre regioni  gli operatori che io formo usano le tradizioni del loro territorio. Io personalmente uso molto le canzoni folkloristiche del Messico perchè mi piacciono, sono molto dolci al mio orecchio e per il loro suono hanno comunque a che fare con il nostro vissuto. Una cosa che faccio spesso con mamme e papà è quella di costruire insieme a loro una “canzone della famiglia”, personalizzata, da cantare insieme ai bambini. Ognuno costruisce la sua ,  usando la scala pentatonica che è la più usata nelle canzoni popolari. Naturalmente anche io ne ho una nella mia famiglia!

AB: Sono soprattutto le cantanti che arrivano da te, o  capita che le donne  inizino come mamme e che poi si avvicinino allo studio del canto?

DQ: Ambedue le cose. Alcune sono già cantanti, altre  approfittano della gravidanza per provare a fare questo percorso sul canto  , che magari desideravano fare da tempo, in modo più libero e senza ansie. C’è un libro molto bello di  Tomatis, si intitola  “Ascoltare l’universo” e paragona l’ attesa della voce della mamma per il bambino all’attesa del latte materno: la voce della mamma è vita, per il bambino.  E questa esperienza è  anche un momento di autoascolto e di consapevolezza molto utile  anche per la mamma.

AB: Immagino che tu canti molte ninna nanne ai tuoi fortunati bambini: ce ne consigli una che secondo te ogni mamma (o magari anche ogni papà!) dovrebbe conoscere?

DQ: Non ne ho una in particolare ; più che cantare una canzone è importante “avvolgere” il bambino nel suono della voce come se fosse una carezza: si chiama “bonding sonoro”.  Vi insegno un trucco semplice e meraviglioso per fare addormentare il vostro bambino:  massaggiate il petto circolarmente e cantate delle “M” molto dolci che accompagnano al sonno. Funziona!

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www.naturalmentecanto.com

www.incantoprenatale.it

www.musicasensoriale.it


Articolo a cura di Angela Bassoli

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